P roseguendo sulla scia degli horror sulla privazione dei sensi, di recente ripreso da A Quiet Place , BirdBox - tratto dal romanzo di Josh Malerman - concilia piccole pretese e mero intrattenimento ridimensionato al piccolo schermo (quello via Netflix). La Bier ci mette giusto il mestiere e opera con approssimazione: quanta sveltezza nel prologo, quanta inconsistenza di sguardo sui personaggi di contorno! Come con la goffa Paulson, nei disastrosi minuti iniziali, o il poco aderente Malkovich, che nella parte proprio non riesce a entrare. Fatta eccezione di un finale votato a un rassicurante sentimento quasi ecumenico - che non è comunque così male come dicono - l’etica del racconto è poi di ambiguo orientamento: i pazzi, che di fatto non sono quelli “pirandelliani”, sono davvero cattivi e la loro esenzione dalla realtà più accreditata va a discapito di tutti gli altri; la loro ricerca della verità, quella che alcuni “dotti” del pensiero avvaloravano come libertà, pura e auten